piano sud 2030

Un piano per il Sud è un progetto per l’Italia

Ridurre i divari tra cittadini e tra territori non è solo la priorità nazionale per un’Italia più unita e più giusta, è la vera opportunità per riavviare uno sviluppo forte e durevole, per riprendere a investire attivando potenziali di crescita e innovazione inespressi, per creare opportunità di lavoro buono, in particolare per i giovani e le donne.

C’è una grande vitalità e capacità di innovazione, nelle forze sociali e imprenditoriali, nelle forme della cittadinanza attiva, in luoghi che rappresentano il cambiamento possibile, in realtà che sperimentano già quel modello di sviluppo sostenibile che vogliamo perseguire.

Il grado di interdipendenza economica tra le aree, trascurato in questo ventennio di contrapposizione territoriale, è molto forte. La SVIMEZ calcola che ogni euro investito in infrastrutture al Sud attivi 0,4 euro di domanda di beni e servizi nel Centro-Nord. Secondo le stime della Banca d’Italia, un incremento degli investimenti pubblici nel Mezzogiorno pari all’1 per cento del suo PIL per un decennio (circa 4 miliardi annui), avrebbe effetti espansivi significativi per l’intera economia italiana. Investire al Sud fa bene all’intera economia italiana e un riequilibro territoriale della spesa per investimenti pubblici sarebbe non solo efficace nell’area ma efficiente sul piano delle finanze pubbliche del Paese (Panetta, 2019).

Il Sud non è una “causa persa”. A fronte di una debole dinamica produttiva, aggravata dall’acuirsi di alcune grandi crisi aziendali, che ha escluso una quota crescente di cittadini dal mercato del lavoro, ampliando le sacche di povertà e di disagio a nuove fasce della popolazione, c’è un Sud “resiliente”: un tessuto di imprese (benché relativamente ridotto) che ha dimostrato di saper cogliere e vincere le sfide competitive internazionali, che ha investito (anche grazie ad alcuni strumenti di politica industriale regionale), malgrado il forte disinvestimento pubblico, soprattutto in infrastrutture materiali e immateriali, sociali e ambientali.

Il Piano Sud 2030 prova a fare tutto questo, individuando nelle pagine che seguono: le risorse da attivare e le missioni da perseguire, i bisogni da affrontare e le opportunità da cogliere, le prime azioni con cui intervenire e i risultati da raggiungere, le procedure da migliorare e i processi da monitorare, gli strumenti da utilizzare e i soggetti da coinvolgere.

 

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